Le favette triestine, chiamate anche favette dei morti, sono dei dolcetti tipici del mese di ottobre e novembre nella zona di Trieste, perché simboleggiano la commemorazione dei defunti.
UN PO’ DI STORIA
Nell’antichità si riteneva che le fave potessero mettere in comunicazione il mondo dei vivi con quello dei morti perché la loro pianta possiede delle radici lunghissime, che scendono in profondità nel terreno, quindi fino ai mondi sotterranei. La storia racconta, inoltre, che i Romani usavano mangiare la fave sulle tombe dei loro cari, poiché era servito come piatto principale nei banchetti funebri. Si riteneva che all’interno di esse si racchiudessero le anime dei defunti.
Con il passare dei secoli, le fave furono sostituite da dolcetti che ne ricordavano la forma, da qui l’origine del nome. Ciascun colore ha un suo significato e rappresenta un momento differente della vita: il bianco simboleggia la nascita, il rosa indica la vita ed il marrone la morte.
Ricetta trovata qui. Fonti: Trieste Prima e Ricerca visuale.
COME PREPARARE LE FAVETTE TRIESTINE
Favette triestine
Ingredienti
- 250 g di farina di mandorle pelate
- 130 g di farina per dolci
- 1 pizzico di sale
- 3 albumi medi
- 200 g di zucchero
- 1/2 baccello di vaniglia
- 1 cucchiaio di acqua di rose
- 1 cucchiaio di Alchermes
- 3 cucchiai di cacao amaro
Istruzioni
- In una ciotola mescolate la farina di mandorle, la farina per dolci, lo zucchero e un pizzico di sale. Aggiungete gli albumi un po’ alla volta e impastate il tutto fino ad ottenere un composto piuttosto morbido: potrebbe essere necessaria aggiungere altra farina.
- Dividete l’impasto in tre parti uguali e aggiungete alla prima i semi di vaniglia, alla seconda l’acqua di rose e l’alchermes e alla terza il cacao. Formate con i tre impasti tante palline della grandezza di una nocciola e disponetele sulla teglia ricoperta di carta forno.
- Cuocere a 100°C fino a quando i dolci non si saranno asciugati (circa 2 ore). Una volta fredde, conservatele in una scatola di latta. Consumate preferibilmente a partire dal giorno successivo.
CONSERVAZIONE
Le favette triestine mantengono la loro freschezza a lungo se conservate in un luogo asciutto, in un contenitore ermetico, preferibilmente di latta o vetro. Questo aiuta a preservarne la fragranza e la consistenza.
Ho realizzato questa ricetta per l’appuntamento mensile de L’Italia nel piatto che ha come tema “Pomeriggio uggioso, lo passiamo in cucina a preparare biscotti?”.
Di seguito troverete tutte le proposte delle mie colleghe, una per ogni regione italiana.
Valle d’Aosta: Torcetti di Saint Vincent 2.0 (Blog: Delizie e confidenze)
Piemonte: Krumiri – i biscotti tipici di Casale Monferrato a forma di baffo (Blog: La cascata dei sapori)
Liguria: Cobeletti (Blog: Arbanella di basilico)
Lombardia: Bacioni di Lodi o Gnam gnam (Blog: Kucina di Kiara)
Trentino-Alto Adige: Lebkuchen – i gustosi biscotti speziati (Blog: Profumi e colori)
Veneto: I pandòli di Schio (Blog: Il fior di cappero)
Emilia Romagna: Fave dei morti (Blog: Zibaldone culinario)
Toscana: Amaretti di Santa Croce (Blog: Acquacotta e fantasia)
Marche: Biscotti all’anice marchigiani (Blog: Forchetta e pennello )
Umbria: Tisichelle delle monache, ricetta tipica di Todi (Blog: Due amiche in cucina)
Lazio: I giglietti di Palestrina (Blog: Meri in cucina)
Abruzzo: Frollini al farro abruzzesi (Blog: Un’americana tra gli orsi)
Molise: Ceppelliate di Trivento (Blog: TartetaTina)
Campania: I Caprilù – biscotti di Capri con mandorle e Limoncello (Blog: Fusilli al tegamino)
Puglia: Il biscotto di Ceglie (Blog: Breakfast da Donaflor)
Basilicata: I calzoncelli di Menfi (Blog: Quella lucina nella cucina)
Calabria: I fritti ‘a bbentu (Blog: Il mondo di Rina)
Sicilia: I biscotti al latte siciliani (Blog: Profumo di Sicilia)
Sardegna: Zambellas di Dorgali (Blog: Dolci tentazioni d’autore)
carla emilia dice
Ne ho giusto un sacchetto a casa dono di un’amica che sta dalle tue parti! Deliziosi 🙂
Marina Riccitelli dice
Naturalmente anche qui a Roma c’è la tradizione delle fave da morto, stessa tradizione e stessi significati. Sono proprio come le tue, la mia mamma ne andava matta e le comprava sempre!
edvige dice
Buone le nostre face morbide meno croccanti delle veneziane. Ne mangerei tante ma sono troppo dolci per me. Buona serata.
Elena dice
simili alle romagnole, ma leggermente diverse, noi l’uovo intero anziché gli albumi, meno zucchero e un poco di burro, quanto è bello poter confrontare le ricette! un abbraccio!
Natalia Piciocchi dice
Non conoscevo questi biscotti. Che belli che sono!!
elisa dice
Questi sono tipici anche in veneto!
Li ho fatti anch’io per la festa del 2 novembre.
In veneto c’è anche na leggenda romantica dietro questo dolcetto.
ciao
elisa
Mary Vischetti dice
Sono stupende, sembrano delle caramelle! Ricetta meravigliosa!
Baci,
Mary
Laura De Vincentis dice
Sono deliziose, anche qui in toscana abbiamo questa tradizione ma vengono dei biscotti rigati. Mi segno la tua ricetta, sono proprio curiosa (e golosa) di provarla. Buona giornata
Tina dice
Le fave dei morti sono diffusi in molte regioni. Queste così colorate sono proprio originali