Trieste in cucina non è un semplice libro di ricette della tradizione triestina, ma un ricettario arricchito da splendide foto della città, dalla sua storia, da aneddoti sulle usanze dei triestini, dal rituale del rebechin ai mille modi di bere il caffè passando per i menù delle trattorie storiche.
Le autrici sono Rita Mazzoli e Marina Raccar, la prima è una romana trasferitasi a Trieste, la seconda è una triestina doc. Nelle prime pagine del libro raccontano del legame con la città e di quello che essa rappresenta per loro: pagine con foto e parole bellissime che vi faranno viaggiare con la mente alla scoperta di questa piccola “Vienna sul mare”.
Il libro è suddiviso in 9 capitoli:
– Rebechìn
– Minestre
– Gnocchi
– Pasta e risi
– Carne
– Pesce
– Verdure
– Dolci e torte
– Appendice
Il primo capitolo è dedicato al rebechìn (spuntino), un rito antico che ruota principalmente intorno al buffet: un locale particolare dove si consumano pasti veloci, spuntini, fuori pasto e stuzzichini come polpette fritte, sardoni panati, prosciutto cotto in crosta con senape e cren…
Il capitolo dedicato alle minestre inizia con un elogio della Bora: il famoso vento freddo e secco che quando arriva vola tutto! Trieste senza Bora non sarebbe Trieste. In queste pagine troviamo le ricette più emblematiche della città: dalla jota alla minestra de bobici.
Gli gnocchi triestini si differenziano dai classici gnocchi per il loro condimento: gulash o sugo d’arrosto. In questo capitolo troviamo anche i gnochi de susini, i gnocheti de gries (protagonisti della copertina del libro) e i gnochi de pan. Una manciata di ricette a base di pesce sono proposte nel capitolo dedicato alla pasta e al riso.
I capitoli dedicati alla carne ma, soprattutto, al pesce sono più corposi: troviamo ricette dai nomi che fanno sorridere, come gli useleti scampai (uccellini scampati) che si riferisce al modo di cucinare la piccola cacciagione, oppure la sopa de pedoci (zuppa di cozze).
Nel capitolo delle verdure troviamo subito un’introduzione sui capuzi garbi, ovvero i crauti che a Trieste sono un’istituzione, come il pesto per i genovesi o la carbonara per i romani. Con mia grande felicità, c’è anche la ricetta delle patate in tecia che adoro!
Il capitolo dedicato ai dolci e alle torte propone ricette ispirate dalla tradizione austriaca, come il buchteln o il kaiserschmarren, e dolci tipici di Trieste come lo strucolo de pomi (strudel di mele triestino), la pinza o le fave triestine.
Nel capitolo conclusivo, le autrici raccontano del Carso, delle Osmize (locali rustici dove si vendono e si consumano vini e prodotti tipici) ma soprattutto di come si ordina un caffè a Trieste!
Forse sarò di parte ma questo è davvero un libro da avere, non solo per le ricette ma, soprattutto, perchè è ricco di memoria e di amore, perchè vi farà scoprire gli usi e le tradizioni di questa bellissima città, unica nel suo genere!
Qualche informazione pratica:
QUI potete scaricare e leggere un estratto del libro.
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